In precedenza abbiamo parlato della cultura delle sneaker nello streetwear e di come negli anni ’80 e ’90 hanno visto la sua ascesa al punto da far diventare le sneaker un punto fermo della moda dello streetwear. Il Brooklyn Museum di New York ha aperto una mostra (dal 10 luglio al 4 ottobre), “The Rise of Sneaker Culture”, che espone in dettaglio quest’ascesa dalle primissime sneaker (letteralmente le primissime…vedi la foto a sinistra) agli elementi e i design più stravaganti, rari, e – sorprendentemente – ponderati di quella che è la moderna cultura delle sneaker.
La nostra visita al museo ci ha insegnato un paio di cose sulla storia delle sneaker, ma ha anche evidenziato che le sneaker sono il singolo elemento d’abbigliamento che colma il divario tra la moda femminile e la moda maschile:
- Le sneaker godono di una popolarità pressoché stratosferica sia con gli uomini sia con le donne che le utilizzano per avere un look meno formale.
- Le sneaker sono le scarpe che gli uomini collezionano in maniera simile al modo in cui le donne collezionano scarpe in generale.
Siamo rimasti affascinati da sneaker che sono letteralmente delle opere d’arte come mostrato da Shantell Martin, che usa sneaker bianche come una tela su cui raccontare una storia (in genere una storia autobiografica).
Non abbiamo avuto bisogno di una visita guidata per riconoscere che tanti design sono semplicemente eccezionali, ma abbiamo imparato tanto sull’abilità artistica e ispirazione dietro alcuni dei design. Per esempio, le Nike Pigeon Dunk SB di Jeff Staple sono state ispirate da piccioni…per davvero! E non solo piccioni in senso generale – queste bellezze sono state ispirate dai piccioni di New York, anche conosciuti come i re del mondo urbano aviario. Tuttavia, a differenza dei piccioni new yorkesi queste scarpe erano particolarmente rare; solo una trentina di paia era in vendita presso i rivenditori autorizzati, il ché prevedibilmente, portò ad atti di disordine.
E’ difficile individuare un singolo paio che risalta più degli altri in questa mostra. Ci sono le Converse di prima generazione (che fino a poco fa erano identiche alle Converse moderne); le scarpette da pista atletica indossate da Jesse Owens alle Olimpiadi del ’36 (scarpette prodotte dall’azienda tedesca Adidas che coraggiosamente le offrì ad Owens per l’occasione) dove con la sua performance aiutò a confutare la teoria di Hitler sulla superiorità della razza ariana; le Adidas Micropacer registravano la distanza, la velocità di corsa e il consumo calorico tramite micro-sensore nella scarpa sinistra…il tutto senza scaricare un’app!
E’ la nostra modesta opinione che le Air Jordan sono uno degli highlight migliori della mostra. D’altronde, le Air Jordan sono state le scarpe che hanno proferito la prima scintilla della mania del collezionismo delle sneaker. Vedere tutti i modelli di Air Jordan – dal primissimo modello a tutte le sue successive interpretazioni – è stato come guardare 30 anni di cultura dietro una singola vetrata. Meglio di così…


